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lunedì 19 gennaio 2015

Perché parlare di filosofia oggi?


Perché parlare di filosofia e, soprattutto, perché farlo oggi?
Un tempo, in un lontano passato (verso il VII secolo a.C.) al momento della nascita della filosofia, parlarne aveva molto senso. 'Fare filosofia' aveva senso. Aveva un significato particolare. L'uomo cominciava a porsi alcune domande, che lo spingevano con forza a cercare una risposta. Domande che oggi a molti di noi (se non ai più) suonano bizzarre o, addirittura, inutili. Sto parlando, infatti, di interrogativi esistenziali, come questi: “Perché nel mondo esistono le cose (esiste l'essere) anziché il nulla?”, “Da dove deriva tutto quello che vedo e tocco ogni giorno?”, e ancora “Come posso stabilire in modo certo cosa è giusto e cosa invece è sbagliato, cosa è bello e cosa è brutto, come distinguere il vero dal falso?”.
Il tempo è passato, i secoli si sono susseguiti ai secoli, e le risposte in parte sono state trovate. La filosofia ha vissuto molte fasi di crisi e di crescita, al suo fianco hanno fatto la loro comparsa nuove discipline e nuovi saperi, è nata la scienza, e molto si è detto e si è stabilito circa il vero e il falso. Allora perché continuare a porci domande di mille anni fa?

Posso provare a dare una risposta del tutto personale a questa domanda, dicendo che la ragione sta nella natura della filosofia. E' importante fare filosofia oggi perché, per la sua natura, la filosofia, a mio parere, migliora la vita.

Questa mia convinzione sarà più comprensibile dopo aver chiarito qual è la natura della filosofia.
La natura della filosofia, infatti, è particolare. Per farsene un'idea, all'inizio, è forse più facile pensare a quello che la filosofia non è.
La filosofia non è una disciplina come le altre, non è, propriamente e in prima istanza, un insieme di dottrine, o di idee, o di nozioni da trasmettere a qualcuno; non è un insieme di conoscenze che possiamo insegnare o imparare da qualcun altro. O almeno, non è solo questo e non è soprattutto questo.
La filosofia è, prima di tutto, una pratica, un modo di vivere, un modo di pensare e di agire, un esercizio prolungato nel tempo.
La filosofia è qualcosa che si compie nel soggetto che la esercita nel momento in cui egli la esercita; è un modus vivendi, come ho detto prima, una stile di vita, che riflette un sistema di valori e di idee, una certa formazione dell'individuo.

Voglio riportare qui le belle parole con cui Platone, grande filosofo antico, definisce la filosofia, presentandola come un impegno di vita.

Non è, questa mia, una scienza come le altre: essa non si può in alcun modo comunicare, ma come fiamma s’accende da fuoco che balza: nasce d’improvviso nell’anima dopo un lungo periodo di discussioni sull’argomento e una vita vissuta in comune, e poi si nutre di se medesima”.
(Platone, Opere, vol. II, Laterza, Bari, 1967)

Queste parole sono contenute nella Lettera VII, una delle tredici lettere attribuite a Platone, in cui
Platone lascia la sua testimonianza dell'esperienza vissuta durante il suo terzo viaggio a Siracusa, dove si era recato per insegnare la filosofia al tiranno Dionisio il Giovane che si diceva appunto desideroso di apprendere questa scienza al fine di poter ben governare.
Come fiamma s'accende da fuoco che balza. Eccola, la filosofia. Qualcosa che si accende dentro di noi, all'improvviso, ma non senza che un lungo cammino sia stato prima intrapreso accanto ad essa.
Il vero filosofo è colui che è acceso da questo ardore filosofico, colui che è realmente disposto a soffrire per divenire tale, mettendosi al seguito di una guida, di un maestro.
Dice ancora Platone, nella stessa lettera:

... se colui che ascolta è dotato di natura divina ed è veramente filosofo, congenere a questo studio e degno di esso, giudica che quella che gli è indicata sia una via meravigliosa, e che si debba fare ogni sforzo per seguirla, e non si possa vivere altrimenti. Quindi unisce i suoi sforzi con quelli della guida, e non desiste se prima non ha raggiunto completamente il fine, o non ha acquistato tanta forza da poter progredire da solo senza l’aiuto del maestro. Cosí [d] vive e con questi pensieri, chi ama la filosofia: e continua bensí a dedicarsi alle sue occupazioni, ma si mantiene in ogni cosa e sempre fedele alla filosofia e a quel modo di vita quotidiana che meglio d’ogni altro lo può rendere intelligente, di buona memoria, capace di ragionare in piena padronanza di se stesso: il modo di vita contrario a questo, egli lo odia”


Ecco che emerge la vera natura della filosofia, è un fare, un essere, un vivere; non è un semplice dire o pensare.
Per questa ragione, non è qualcosa che si può insegnare, la filosofia, ma è una strada che il singolo uomo può decidere di imboccare, dando inizio al suo percorso di crescita.

E quindi, tornando alla domanda di partenza, perché parlare di filosofia oggi? La mia risposta è, appunto, questa: perché fare filosofia significa vivere consapevolmente, essere protagonisti della propria vita operando delle scelte consapevoli, perché si decide se dire si o dire no, perché prima di compiere i propri passi ci si interroga lucidamente e con obiettività, si impara a cercare le risposte dentro se stessi, senza farsi fuorviare dai massmedia e dalla mentalità dominante, perché fare filosofia significa non tradire se stessi, ma al contrario conservare la propria unicità.

Vi sembra poco? A me no.

Naturalmente esistono tante altre valide risposte alla domanda in questione; quella qui presentata è una delle risposte che personalmente ho dato a me stessa e che ho voluto condividere, su questo blog un po' eterogeneo. Lo faccio perché amo la filosofia, e amo il modo in cui è riuscita a cambiarmi, a farmi migliorare, a rendermi una persona più consapevole, e mi piace l'idea di diffondere la conoscenza del pensiero di alcuni filosofi e delle loro opere.